Il diritto di visita ai figli minori nell'emergenza da Coronavirus

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22/04/2020
di Lorenza Boscarelli

Per limitare la diffusione del contagio da Coronavirus, da alcune settimane il Governo ha imposto restrizioni agli spostamenti delle persone fisiche.

In particolare, con il D.P.C.M. del 9 marzo 2020 sono stati consentiti i soli "spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute".

Da subito ci si è chiesti se gli spostamenti delle madri e dei padri per raggiungere i figli minori presso l'altro genitore o per portarli nella propria abitazione potessero considerarsi necessari e fossero dunque leciti.

Ulteriori dubbi sono sorti in seguito all'emanazione del D.P.C.M. del 10 aprile 2020 che, oltre a confermare le precedenti restrizioni, ha introdotto il divieto, "in ogni caso", di recarsi in un Comune diverso da quello in cui ci si trova, "salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute" (art. 1).

L'incertezza normativa ha determinato la proposizione di numerosi ricorsi d'urgenza al Tribunale per la regolamentazione delle visite ai figli durante l'emergenza.

Le prime pronunce giurisprudenziali sono discordanti.

Secondo il Tribunale di Milano[1], i limiti ai trasferimenti imposti per fronteggiare l'emergenza sanitaria non precludono l'attuazione delle disposizioni di affidamento e di collocamento dei minori: gli spostamenti per raggiungere i figli presso l'altro genitore sono dunque consentiti. Dello stesso avviso i Tribunali di Busto Arsizio[2], di Roma[3], di Treviso[4] e di Torre Annunziata[5]. Il Tribunale di Verona[6], pur confermando l'attuale regime delle visite, ha ritenuto opportuno limitare gli spostamenti e stabilire d'ufficio la permanenza dei figli presso ciascun genitore per due settimane consecutive.

Il Tribunale di Bari[7] ha invece ritenuto che "il diritto - dovere dei genitori e dei figli minori di incontrarsi, nell'attuale momento emergenziale, è recessivo rispetto alle limitazioni alla circolazione delle persone", imposte a tutela del dritto alla salute dell'intera comunità, e ha dunque momentaneamente sospeso le visite di un padre al figlio. Analoghe decisioni sono state assunte dalla Corte d'Appello di Lecce[8] e dai Tribunali di Verona[9], di Napoli[10], di Trento[11], di Matera[12] e di Bolzano[13]. In molti dei casi citati, i giudici hanno disposto che i contatti tra genitore e figli avvengano, per tutta la durata dell'emergenza, attraverso videochiamate quotidiane.

Nel frattempo, nelle FAQ sul Decreto #IoRestoACasa pubblicate sul sito internet del Governo è stato chiarito che gli spostamenti dei genitori per recarsi dai figli con loro non conviventi sono sempre consentiti, "secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione e divorzio".

Tale intervento non ha dissipato tutti i dubbi: non era infatti chiaro cosa accadesse in mancanza di un provvedimento giudiziale.

Lo scorso 1° aprile, il Governo ha dunque modificato la risposta pubblicata sul proprio sito, precisando che i trasferimenti sono legittimi anche in presenza di un accordo tra i genitori. "Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l'altro genitore o comunque presso l'affidatario" – si legge ora nelle FAQ – "oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche da un Comune all'altro. Tali spostamenti dovranno in ogni caso avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario (persone in quarantena, positive, immunodepresse etc.), nonché secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di tali provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori".

Tale interpretazione è condivisibile, in quanto frutto di un corretto bilanciamento tra l'esigenza di contenere la diffusione del contagio da Coronavirus, tutelando la salute pubblica, e quella di garantire il diritto dei figli a mantenere un rapporto costante con entrambi i genitori.

L'emergenza che tutti stiamo affrontando rischia infatti di avere conseguenze traumatiche e destabilizzanti per i minori, che oggi più che mai hanno dunque bisogno della presenza – fisica, e non solo virtuale – anche del genitore con cui non convivono.

Come ben spiegato in una recente pronuncia del Tribunale di Torre Annunziata[14], "la compressione del diritto del minore a godere della bigenitorialità" può ritenersi giustificata "solo in presenza di oggettive e specifiche ragioni di tutela della salute proprie del caso concreto (per esempio in considerazione della specifica attività lavorativa prestata dal genitore (…) ovvero dall'utilizzo di mezzi di trasporto pubblici per raggiungere il minore)".

Per effetto di quanto pubblicato sul sito del Governo – il cui chiarimento, pur non avendo efficacia di legge, costituisce una sorta di ʽinterpretazione autenticaʼ della norma – la maggior parte delle incertezze sul tema possono oggi ritenersi superate: il generico riferimento all'emergenza sanitaria in corso non può comprimere il diritto del figlio a frequentare entrambi i genitori e comportare la sospensione delle visite, a meno di rischi specifici nel caso concreto.

Quella fornita dal Consiglio dei Ministri è infine una chiara indicazione operativa per le forze dell'ordine, in termini di non sanzionabilità della condotta del genitore che dimostri, in caso di controlli, di recarsi dal figlio minore o di riportarlo presso la sua abitazione.

[1] Trib. Milano, sez. IX, 11 marzo 2020.
[2] Trib. Busto Arsizio, sez. I civ, 3 aprile 2020.
[3] Trib. Roma, 7 aprile 2020, n. 49853.
[4] Trib. Treviso, 3 aprile 2020.
[5] Trib. Torre Annunziata, 6 aprile 2020.
[6] Trib. Verona, 27 marzo 2020.
[7] Trib. Bari, 26 marzo 2020.
[8] App. Lecce, 20 marzo 2020.
[9] Trib. Verona, 10 marzo 2020. La decisione riguarda genitori separati residenti l'una in Veneto, insieme alle figlie minori, e l'altro Emilia-Romagna.
[10] Trib. Napoli, sez. I civ., 26 marzo 2020.
[11] Trib. Trento, 31 marzo 2020.
[12] Trib. Matera, 12 marzo 2020.
[13] Trib. Bolzano, 3 aprile 2020.
[14] Trib. Torre Annunziata, 6 aprile 2020.





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